Un passo verso la concordia tra le religioni · Nelle Filippine del sud nasce la regione autonoma per i musulmani · 27 luglio 2018


Manila, 27. La Chiesa cattolica nelle Filippine saluta positivamente la nascita della nuova regione autonoma per i musulmani nel sud del paese, intesa come un passo importante che crea nuove speranze per alimentare la convivenza interreligiosa e togliere terreno fertile ai gruppi fondamentalisti. La Camera dei rappresentanti, martedì 24, ha approvato infatti la versione finale della legge che istituisce la nuova Regione autonoma di Bangsamoro, entità territoriale specifica per le comunità islamiche che vivono sull’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. Il senato aveva già votato la legge lunedì mattina e nelle ultime ore c’è stata la firma del presidente Rodrigo Duterte, che rende esecutivo il provvedimento.

La legge crea la nuova entità politica autonoma che nella sostanza sostituisce la vecchia Regione autonoma e include le province di Basilan, Lanao del Sur, Maguindanao, Sulu e Tawi-Tawi, mentre altre municipalità al di fuori di queste province potranno far parte della regione tramite un referendum che sarà proposto alla popolazione.

La ratifica arriva un decennio dopo che il governo filippino e il Moro Islamic Liberation Front (Milf) avevano siglato un memorandum d’intesa sul “dominio ancestrale”, documento cancellato in seguito a una sentenza della Corte suprema che lo aveva dichiarato incostituzionale. La nuova legge include un ulteriore accordo con il Milf ma anche con il Moro National Liberation Front (Mnlf), entrambi gruppi guerriglieri coinvolti nel nuovo patto e nella nuova istituzione. La regione sarà guidata da un primo ministro e da un parlamento in carica per tre anni.

Nella società civile, nelle comunità religiose islamiche e anche nella Chiesa cattolica, come riferisce l’agenzia Fides, si registrano ampi consensi. Il cardinale Orlando B. Quevedo, arcivescovo di Cotabato, ha salutato l’approvazione della legge come un «passo importante per impedire e fermare la proliferazione dell’estremismo e del radicalismo islamico nel sud del paese». E per il missionario del Pime, Sebastiano D’Ambra, da oltre trent’anni impegnato a Mindanao nel dialogo islamo-cristiano, «la nuova regione autonoma viene incontro alle legittime esigenze di giustizia sociale e libertà delle comunità musulmane». Per il religioso «sarà importante ora proseguire sui sentieri del dialogo, della collaborazione, dei percorsi di vicinanza spirituale tra cristiani e musulmani, per costruire una convivenza armoniosa tra le diverse comunità di Mindanao».

da l’Osservatore romano